In questo articolo verranno illustrati tre dei numerosissimi siti archeologici che si trovano in territorio di Maremma, con l’obiettivo di fornire alcuni spunti di interesse sui principali luoghi dove, ancora oggi, vengono conservate le tracce di civiltà del passato, le stesse che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a farci diventare quelli che siamo oggi. Gran parte delle risposte alla domanda “da dove veniamo?” provengono dalle testimonianze degli antichi resti che si trovano nei luoghi che descriveremo…ma…cominciamo subito!
Roselle
“..una solitudine selvaggia di pietre e di cespugli spinosi – tana della volpe e del cinghiale, del serpe e della lucertola – visitata solo dal mandriano e dal pastore..” (cit. George Dennis, diplomatico inglese appassionato di archeologia – XIX sec.)
Lasciando Grosseto in direzione Siena si incontra la frazione di Roselle (nuovo insediamento), superata la quale, percorrendo la strada dei Ruderi, si lascia la pianura per raggiungere (oltre che in auto o in moto anche con mountainbike o e-bike lungo la bellissima la ciclabile che da Grosseto collega Roselle) un’altura di forma ellittica sulla quale si trova l’antico insediamento di Rusel per gli etruschi, Rusellae per i romani. Superata la biglietteria, il visitatore percorrerà un sentiero sassoso lievemente in salita lungo il quale potrà cominciare a cogliere i primi segni dell’antica civiltà etrusco-romana. Al termine di questo tratto iniziale, si troverà nella prima area di visita posta su un pianoro che rappresenta una prima terrazza sulla Maremma Toscana, dalla quale godere, oltre che di un bellissimo panorama, anche di una refrigerante ventilazione (e d’estate non è poi così male!).

Roselle venne fondata dagli Etruschi prima del VII secolo a. C., affacciata sul Lago Prile, godeva di una buona posizione per il controllo dei commerci e del territorio circostante. Nel corso del tempo il lago è praticamente scomparso, lasciando come unica testimonianza quell’area oggi conosciuta come Riserva Naturale della Diaccia Botrona , compresa tra Grosseto e Castiglione della Pescaia. Dal 294 a. C. ha inizio la dominazione romana, durante la quale Roselle vede un certo sviluppo artistico, monumentale ed edilizio. La parabola discendente a cui segue il totale abbandono della città, ha inizio intorno al 1138, quando la sede vescovile viene spostata definitivamente a Grosseto.
Domus dei mosaici
Tra i resti di maggior rilievo segnaliamo l’ambiente le cui tracce risalgono all’età tardo-repubblicana (90-80 a.C.). Nella casa sono state rinvenute tre statue (Tiberio, Livia e Druso) nonchè pavimenti in mosaico e in opus sectile


Le Terme

Sulla collina, lato nord, i resti dell’area termale divisa in due settori, con una zona intermedia
Non ancora chiaro il sistema di canalizzazione delle acque, il complesso è attribuibile al periodo I° e inizio II° sec. d.C.
https://www.romanoimpero.com/2011/05/roselle-toscana.html
L’anfiteatro Romano
Utilizzato oggi per concerti, rappresentazioni teatrali e readings, è uno dei landmarks di quest’area archeologica


Nonostante le sue contenute dimensioni, l’anfiteatro di Roselle “domina” la città dall’alto della collina sulla quale venne edificato con la tecnica dell’opus reticolatum nel I secolo d.C. arrivando a contenere fino a 1200 spettatori. L’anfiteatro è dotato di mura molto spesse, infatti nel corso del Medioevo, è stato utilizzato come struttura per la difesa della popolazione.
Basilica

Basilica paleocristiana risalente al tardo medioevo, costruita su terme in disuso ed il cui colonnato corrisponde al più antico peristilio che circondava la piscina termale

Necropoli
Tombe costruite intorno alla chiesa, tra le molte rinvenute, se ne distingue una, probabilmente una sepoltura privilegiata, che si presenta come una cappella risalente al VI° secolo
https://www.romanoimpero.com/2011/05/roselle-toscana.html
Vetulonia e la “disagevole gita…”

Gli scavi archeologici compiuti nell’800 su iniziativa di Isidoro Falchi al quale si deve la scoperta di questo incredibile tesoro – Vatl (nome estrusco di Vetulonia), alla fine di una “disagevole gita”.
I resti emersi da questi primi scavi e da quelli successivi rendono l’immagina di una vera e propria metropoli…sul mare! Eh si, Vetulonia era una città marinara, con il suo porto, le sue monete con raffigurazioni di simboli marini come delfini, ancore e tridenti

immagine tratta da Scala Archives
Crediti:DeAgostini Picture Library/Scala, Firenze
Quando i Romani iniziarono la loro dominazione Vetulonia viene trasformata in un municipium, retto da quattro quattuorviri, equiparabili a magistrati. Secondo Silio Italico i romani fecero propri alcuni simboli etruschi come il fascio littorio, la toga, la sedia curule e la bucina da guerra
http://accademiazanclea.altervista.org/la-maremma-patria-di-simboli-storici-di-giombattista-corallo/

Sedia curule: sedia pieghevole utilizzata in guerra
o da persone di potere


Sono oggi visitabili in questo sito i resti delle mura dell’Arce a difesa della rocca della città, la Via dei Sepolcri che conduce ai numerosi esempi di sepolture (a pozzetto e a fossa), di particolare rilevanza la tomba Belvedere, la tomba della Pietrera e quella del Diavolino 2 (la tomba del Diavolino 1 è stata smontata e ricostruita nel giardino del museo archeologico di Firenze alla fine dell’800), la rete viaria e vari ambienti come la Domus Medea e la Domus Dolii
http://(https://www.museidimaremma.it/it/museo.asp?keymuseo=58)
Il Museo
Per comprendere appieno l’importanza e la ricchezza della città di Vatl è necessario vedere i corredi funerari trovati nelle tombe. La varietà degli oggetti, la maestria dell’artigianato orafo che si può ammirare nei gioielli ritrovati e in altri manufatti lascerà il visitatore davvero senza parole.
Il Museo civico archeologico Isidoro Falchi quindi è davvero una meta imperdibile!
Per saperne di più, si segnala la recente intervista che “Maremma in Diretta” (curata dal giornalista Carlo Sestini) ha realizzato con la Direttrice del Museo Isidoro Falchi, artefice, anche quest’anno, di una mostra dal fascino innegabile, attuata in collaborazione con il Museo archeologico di Taranto, dal titolo “Nate per volere degli Dei”.
La città di Cosa

Siamo nel 273 a.c. e Roma si espande verso nord conquistando le città etrusche di Volsini e Vulci. Più a Nord viene fondata la colonia di Cosa Vulcentium, sulla collina a sud di Orbetello, l’attuale Ansedonia, su quello che rimaneva di un precedente centro etrusco chiamato Cusi o Cusia. La posizione strategica garantiva il controllo sul Mar Tirreno, oltre ad essere un baluardo difensivo grazie alle possenti mura costruite con grandi blocchi squadrati e ben 18 torri. Alla città si accedeva da tre porte principali, Porta Romana, Porta Fiorentina e Porta Marina.
Nell’area sono ancora osservabili il Foro, ovvero la piazza principale sulla quale insistono i resti della Basilica (tribunale), la Curia- Comitium (che ospitava oltre agli uffici dei magistrati anche le assemblee dei coloni), il Tempio della Concordia (175 a.c.), il Carcere (III° sec. a.C.) e gli Atria ovvero le botteghe. L’Arce, la parte più alta dell’area la cui destinazione è, prevalentemente, religiosa; su di essa infatti sono ammirabili i resti di due tempi eretti in età diverse.
Sull’area archeologia è stato realizzato anche il centro museale nel quale ammirare i ritrovamenti degli scavi archeologici, in particolare il Tesoretto della Casa del Tesoro, mosaici e decori del Capitolium.


Conclusioni:
“L’esplorazione del passato è sempre stato uno dei più irresistibili desideri dell’uomo. Ma l’archeologia oggi è nel pieno di una vera rivoluzione. Non si contenta più di diseppellire pietre ed esotici oggetti d’arte. Gli archeologi cercano di mettere insieme un quadro di come vivevano e si comportavano le antiche società, indagano sulle condizioni economiche, il modo di vita della gente comune.”
Aly Hassan, curatore del Museo Egizio del Cairo
Fonti: http://www.etruschi.name/roselle/anfiteatro_it.html
http://egameapps.com/mirasna-vetulonia/
https://www.romanoimpero.com/2011/05/roselle-toscana.html